Giochi e distanziometro, Consiglio di Stato conferma: una sala di Rimini dovrà chiudere perchè troppo vicina a luoghi sensibili
ROMA - Una sala giochi del Comune di Rimini dovrà chiudere: i ricorsi sull'applicazione delle norme distanziometriche non sussistono.
E' quanto ha stabilito la terza Sezione del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso della società proprietaria del locale contro la sentenza del Tar Emilia-Romagna che, nel 2023, ha annullato la richiesta di sospensiva presentata dal gestore riguardo all'atto in cui si chiedeva la restituzione della licenza per operare nella sala, poichè troppo vicina a una scuola secondo la regionale del 2013.
La norma infatti vieta l'installazione di apparecchi a meno di 500 metri da determinati luoghi sensibili. La prima nota che comunicava l'avvio del procedimento di chiusura risaliva al gennaio del 2020, mentre a maggio 2021 veniva disposto il primo periodo di proroga per la delocalizzazione nel Comune di Forlì, poi prolungato ancora al 31 maggio 2022 e poi al 30 giugno 2022. Secondo la ricorrente, la suddetta nota costituiva "una mera comunicazione di avviso", senza implicare "il carattere di una vera e propria intimazione".
Palazzo Spada giudica infondata questa lettura degli atti, in virtù anche della manifesta volontà da parte del gestore di avviare una delocalizzazione nel comune di Forlì, comportamento che entra in "evidente contraddizione" con il motivo di ricorso. Inoltre, la sala giochi lamenta la mancata attuazione della norma del 2019 secondo cui, a seguito di un aggiornamento della mappatura dei luoghi sensibili, dovrebbero essere concesso un periodo di dieci anni per ammortare gli investimenti.
Il Consiglio di Stato rigetta tale interpretazione, confermando la lettura che dà il Tribunale Amministrativo e sottolineando che tale delibera "consente il mantenimento dell'attività per un massimo a dieci anni nei confronti di operatori economici che hanno già delocalizzato, nel caso in cui, rispetto alla nuova ubicazione, venga a trovarsi successivamente un luogo sensibile prima non esistente".
Nel caso della revisione operata dal Comune di Rimini, a seguito della prima mappatura del 2017, non esistono disparità tra le diverse situazioni presenti nel territorio, in quanto solamente nel 2019 sono stati "effettivamente individuati i luoghi sensibili posti nel raggio di 500 mt. dalla sala giochi della ricorrente, nulla dovendosi rilevare nella prima mappatura".
Per queste ragioni il ricorso è stato respinto, non potendosi neppure imputare alcun effetto alla mancata comprensione delle leggi, "trattandosi di un operatore economico che da anni operava nel settore della raccolta del gioco lecito e che, presumibilmente, era a conoscenza delle disposizioni normative e amministrative vigenti".